" Le mode passano, lo stile resta"

giovedì 3 marzo 2011

Lo stilista del mese: JOHN GALLIANO

Dopo tutto quello che sta succedendo, non si può non parlare di un genio della moda come lui. Ecco la sua storia..
John Galliano nasce a Gibilterra nel 1960 da una famiglia di origine operaia e vive sull'isola fino all'età di sei anni, quando si trasferisce nella zona sud di Londra. Dopo aver frequentato la Wilson's Grammar School per ragazzi, Galliano entra al Central Saint Martins dove si diploma nel 1984. E' proprio la collezione di fine corso (ispirata alla Rivoluzione Francese ed intitolata Les Incroyables ), acquistata da Joan Burstein per Browns, a catapultare il giovane stilista sotto i riflettori. Nel 1990 Galliano inizia a sfilare a Parigi, trasferendovisi nel 1992. Campione del vestito romantico taglio a sbieco e, al contempo, della confezione sensazionale della coutre anni'50, mentre la moda è dominata da minimalismo e grunge, nel 1995 arriva l'annuncio che è Galliano il diretto successore di Hubert de Givenchy. Due stagioni dopo ( con ben quattro premi come miglior stilista britannico dell'anno ), diventa direttore creativo per Dior, presentando la sua prima collezione di haute couture per la sfilata della primavere/estate 1997. Da allora, Galliano ha rivitalizzato la maison dal punto di vista finanziario e creativo, pur continuando a creare le proprie collezioni per uomo e per donna a Parigi.
Ma ora? Dopo essere stato accusato di frasi filonaziste, razziste ed antisemite contro una donna in una brasserie parigina, lo stilista è stato immediatamente licenziato dalla maison francese. Povero John, che ne sarà di lui?
( JAMIE HUCKBODY per "Fashion now 2", Tashen editore).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gibilterra non è un'isola... comunque lui è nato in una città che più tollerante non si può, ed è mazzo spagnolo e mezzo indiano, ha vissuto a Londra e vive a Parigi. E ti va a fare il razzista. Bah...

Giulia ha detto...

Il suo comportamento non è stato tra i migliori, anzi, ha totalmente sbagliato. Non lo voglio giustificare, però bisogna ammettere il suo talento. Oltretutto, se dobbiamo condannare le persone sulla base della loro vita privata non si salverebbe nessuno. Lo giudico per quello che ha fatto e continua a fare nel fashion world, non per quello che fa nei locali...

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